“La burocrazia è il predatore naturale dell’immaginazione“. Con questa citazione di Werner Herzog, Giulio Squarci, autore del documentario “I custodi dell’acqua”, sottotitolo “La Carnia di ribella”, apre le sue note di regia.
Nel 2009 la Carnia, una delle zone più piovose e ricche di acqua d’Italia, assiste alla privatizzazione del servizio idrico. Arrivano bollette quattro volte più care, ci si indigna, ci si mobilita. Nascono comitati popolari. Nasce il desiderio del regista di imprimere su pellicola, di raccontare questa fase cruciale della lotta per il diritto all’uso, alla proprietà, alla gestione di un bene primario di un popolo, di una terra.
Il valore del film sta anche nella sua indipendenza. La produzione è dal basso, finanziata dai cittadini. Che, ciascuno secondo le proprie volontà e possibilità, contribuisce alla realizzazione, dà fiducia all’autore che ne è comunque l’artefice, l’artista. Non è solo un film di denuncia, però. La poetica dell’autore si rivela con l’autonomia estetica delle immagini naturalistiche, che travalicano la cronaca. Il lavoro approda con successo in vari festival, anche all’estero. Il messaggio che lancia è universale.
Due donne, Ira e Maria, narrano dell’atavico amore per la loro terra, nutrito dal respiro della natura. Ma la protagonista del film è la Carnia tutta.
Giulio Squarci (1982) ha radici carniche e vive a Udine. Laureato in Scienze e Tecnologie Multimediali, collabora con case di produzione e service del settore audiovisivo. da documentarista lo appassiona il rapporto fra uomo e ambiente, che filtra con uno sguardo poetico. I custodi dell’acqua è il suo primo documentario d’autore.
Proiezione venerdì 19 febbraio, ore 21, per la 37a Rassegna del Film e dei Protagonisti della Montagna, in diretta sul sito della Società Alpina Friulana all’indirizzo www.alpinafriulana.it/live