di Ulderica Da Pozzo (Forum, 24 euro)
I libri di Ulderica Da Pozzo non sono mai solo fotografici, benché lei sia un’artista dell’immagine. Questa volta però i suoi testi sono lavori a sé stanti, ritratti di parole che ha scelto di firmare a uno a uno. Come Ines: “Giornata di tanti anni fa. Ines in Val di Lauco aveva preparato la tela, per l’unico formaggio di quella mattina. Piccolo istante perfetto, in un luogo di calda umanità”. E poi Agna Bepi, Margherita, microracconti che provengono dalla memoria, così come le fotografie, mentre molte altre fermano l’oggi: Sonia a Malga Fossa, Antonia in Val Rauna, Asia a Malga Confin, Alessia a Taipana. L’arte del formaggio si tramanda per via femminile, sembra dire questo libro, che è una ricerca, di quelle incessanti e minuziose a cui ci ha abituato la Da Pozzo, dai novantenni ai diciottenni, dalle case abbandonate alle stanze dell’ex ospedale psichiatrico. Tante sono donne di montagna, che vivono in malga, fanno la transumanza e accendono il fuoco sotto la caldera, allevano capre e mucche. Bei volti, bella forza, c’è tanta vitalità, anzi c’è tanta vita in questa volume, benché molte fotografie appartengano alle sezioni “memoria” e “tracce”, doverosi omaggi – grazie al poderoso e unico, straordinario archivio da cui pesca la fotografa – a un tempo che non tornerà più, quello delle decine di latterie chiuse, ce n’era quasi una per ogni paese. Però i riti sopravvivono, e sopravvive anche al mestiere, benché ridotto a una minoranza di indomiti casari, e malgari, in cui le donne sono ben rappresentate. E le foto? I ritratti, anche dei luoghi e degli oggetti, sono molto belli, alcuni straordinari, magnetici, indimenticabili.
Introduzione di Roberta Nunin, consigliera di parità della Regione Fvg, che ha finanziato il volume.
Altri testi di Roberta Corbellini e Cristina Cescutti. (A. B.)