Le incursioni dei Turchi devastarono ripetutamente il Friuli tra il XV e il XVI secolo. In realtà, però, non si trattava di Turchi ma di popolazioni balcaniche organizzate dall’impero ottomano contro i possedimenti in terraferma della Repubblica Veneta. Questi uomini non erano inquadrati nell’esercito ottomano ma erano Akinij, razziatori, che riuniti in drappelli aggredivano i piccoli borghi uccidendo, bruciando e saccheggiando. La peggiore incursione avvenne nel 1477 quando Iskanderbeg Michaloghli, cristiano rinnegato di origini genovesi, con 10000 cavalieri si accampò vicino a Gorizia. Con la promessa di non saccheggiare i feudi del conte di Gorizia, sterminò la guarnigione veneta di Gradisca così da aprire il territorio friulano alle razzie dei Turchi. Gradisca venne fortificata dai Veneziani ma nel 1511 passò nelle mani di Massimiliano d’Asburgo, con la guerra della Lega di Cambrai. Ciò indusse Venezia a intraprendere la costruzione della fortezza di Palmanova, anche se il pericolo turco era ormai passato. Il cantiere durò 89 anni e portò anche alla costruzione di una nuova roggia allungando e potenziando quella che da Zompitta riforniva Udine: la ‘roggia di Palma’.
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