Il CAI, fin dalla sua fondazione nel 1863, si è proposto il compito di diffondere la conoscenza e l’interesse per i territori montani, riconoscendo la loro importanza sia per i valori naturali che per quelli culturali e storici.
Infatti, l’articolo 1 dello Statuto recita che il CAI “ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.
In altre parole, frequentare per conoscere e tutelare i territori montani sono i predicati su cui si fonda l’identità dell’Associazione.
I comportamenti da ricercare e da perseguire devono essere improntati secondo i principi dello sviluppo sostenibile e durevole, che legano in un rapporto di interdipendenza la tutela e valorizzazione delle risorse naturali alle dimensioni economiche e sociali dei luoghi, al fine di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali, evitando di compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri.
BIDECALOGO
Linee di indirizzo e di autoregolamentazione del CAI in materia di ambiente e tutela del paesaggio
Il 26 maggio 2013 l’Assemblea dei Delegati CAI ha approvato il Nuovo Bidecalogo, una rivisitazione e integrazione del documento del 1981, dettate dalla necessità di tenere conto dei cambiamenti che hanno caratterizzato i suoi primi trent’anni di vita: nuove problematiche ambientali e della montagna in particolare, nuovi bisogni della società, crisi dell’economia alpina, ecc.
Il Bidecalogo indica le linee di indirizzo e autoregolamentazione del CAI in materia di ambiente e tutela del paesaggio.
In 20 punti (la montagna e le aree protette, turismo in montagna, sentieri, sentieri attrezzati e vie ferrate, educazione ambientale, ecc.) il CAI afferma già dal 1981 il suo ruolo di attenzione etica, culturale, strategica e pratica nel rapporto tra uomo e ambiente.Si tratta di un codice di autoregolamentazione, di un’obbligazione morale che i Soci si impegnano a contrarre in rapporto al comportamento da tenere nei territori montani, per la cura e la tutela delle loro ricchezze e fragilità: risorse naturali, abitanti, cultura, tradizioni locali, economia.
Scarica il Nuovo bidecalogo
Guarda Il Bidecalogo in 5′ di Dario Gasparo
Convenzione delle Alpi
La Convenzione delle Alpi, datata 1991 ed entrata in vigore nel 1995, è un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare gli interessi delle popolazioni residenti, tenendo conto delle complesse questioni ambientali, economiche, sociali e culturali.
Le Alpi, con il loro capitale di biodiversità, sono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone, nonché un’importante destinazione turistica che attira circa 120 milioni di visitatori ogni anno.
Gli obiettivi per il raggiungimento dei principi della Convenzione sono definiti da un Accordo quadro.
Le misure per l’attuazione di tali obiettivi sono individuate nei Protocolli, che riguardano varie tematiche: agricoltura di montagna, energia, turismo ecc.
Oltre ai protocolli, sono state redatte due Dichiarazioni: Dichiarazione popolazione e cultura, e Dichiarazione sui cambiamenti climatici.
Commissioni TAM del CAI
La Commissione Centrale per la Tutela dell’Ambiente Montano (CCTAM) venne istituita nel 1984 ed è impegnata per la tutela dell’ambiente montano e per sviluppare un’adeguata cultura della montagna.
La CCTAM tra i suoi compiti promuove e diffonde la conoscenza dei valori dell’ambiente, delle criticità e della necessità della sua tutela; promuove azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione in materia di educazione alla sostenibilità; propone al Consiglio Centrale del CAI iniziative di salvaguardia dell’ambiente naturale e culturale montano, con particolare riguardo ad azioni di tutela preventiva; promuove la costituzione di analoghe Commissioni Regionali e Interregionali, favorendo la formazione tecnica e l’informazione dei quadri tecnici delle Commissioni stesse, per assicurare uniformità di intenti e di indirizzo.
Presidente CCTAM: Raffaele Marini
Le Commissioni regionali e interregionali della TAM sono i riferimenti locali dell’azione di prevenzione, sensibilizzazione e tutela del CAI.
Per l’area biveneta è stata istituita la Commissione Interregionale Veneto Friuli Venezia Giulia (CITAM).
Presidente CITAM VFG: Guerrino Malagola
Approfondimenti
Bätzing W. (2005), Le Alpi. Una regione unica al centro dell’Europa, Bollati Boringhieri
Camanni E. (2002), La nuova vita delle Alpi, Bollati Boringhieri
Manuali del Club Alpino Italiano (1999), Ecologia ed etica, n. 7
Manuali del Club Alpino Italiano (2013), Montagna da vivere, montagna da conoscere per frequentarla con rispetto e consapevolezza, n. 27