Il massiccio montuoso oggetto della pubblicazione con i suoi 145 km è il più lungo delle Dinaridi. L’intera area è diventata nel 1978 parco naturale che abbraccia a nord il Parco Nazionale del Velebit e a sud quello della Paklenica, ben noto agli arrampicatori.

Il libro è un omaggio postumo degli amici ai quasi cinquanta anni passati dall’autrice Chiara Schiavato Veranič a esplorare e cercare di far conoscere le bellezze di questo territorio aspro e bellissimo.

Così la prima metà è la riproposizione di suoi articoli apparsi su “La Voce del Popolo”, quotidiano italiano dell’Istria e del Quarnero, assemblati e ridotti con garbo dall’autrice stessa in vista di una pubblicazione che illustrasse i monti dietro casa sua (abitava a Fiume). Questa parte parla di bellezze paesaggistiche, di panorami sulle isole del golfo e sulle coste, di incontri con persone, animali e piante, senza tacere peraltro gli aspetti che possono rendere il trekking più impegnativo (ma alquanto più interessante): bora a 150 km/h, nevicate anche in agosto, caldo torrido su qualche versante rivolto al mare e quindi zaini appesantiti dalla riserva d’acqua. Con un consiglio dettato dall’esperienza: “Sul Velebit non si va da soli”.

La seconda metà contiene una descrizione del Velebitski Planinarski Put (VPP) il sentiero alpino del Velebit. L’introduzione riunisce gli avvertimenti sparsi nelle pagine dell’autrice (ce n’è anche uno dedicato all’eventuale incontro con un orso). Se, letta attentamente, si decide di continuare si trova la descrizione puntuale delle nove tappe del tragitto.

Una testimonianza di Roberto Valenti, alpinista e naturalista, un contributo scientifico di Livio Poldini, professore emerito di ecologia vegetale all’Università di Trieste, e uno dell’ingegnere forestale Christian Gallo servono a rendere il viaggio più consapevole. Una vivida biografia dell’autrice e la bibliografia completano il volume, che una serie di fotografie molto accattivanti invita a usare al più presto per visitare il luogo.