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Enrico ci ha lasciati

Mercoledi 2 luglio, a 71 anni ci ha lasciato Enrico, il Nostro caro storico ex presidente. Aveva guidato l’Alpina fino al 2024.

A lungo è stato uno dei protagonisti del mondo della montagna, per la passione smisurata per le vette e per l’impegno pubblico al vertice della nostra associazione, che aveva lasciato all’inizio del 2024 per motivi di salute.

Enrico non aveva fatto mistero della sua malattia, una patologia degenerativa che lo aveva costretto a ridurre la sua esuberante attività sociale, sempre presente ai raduni e alle escursioni, alpinista e scialpinista infaticabile, un fisico invidiabile, fino alla scoperta di quel morbo subdolo, che gli aveva tolto ciò che lui più amava: la libertà di muoversi, di fare sport, di viaggiare.

L’impegno per la montagna si esplica nella responsabilità della manutenzione dei quattro rifugi di proprietà dell’Alpina, incarico che mantiene per un decennio. A fine 2020 diventa presidente della Società alpina friulana in piena tempesta Covid. Nelle dichiarazioni programmatiche, sottolinea l’attenzione per i giovani, a cui rivolgerà gran parte del suo impegno: «Il nostro capitale più ricco è quello umano. Dobbiamo diffondere una cultura della montagna rispettosa dell’ambiente e a sostegno delle persone ci vivono, capace di instillare nei giovani voglia di avventura, curiosità ma anche costanza e fatica, valori semplici e ancora molto necessari».

Riuscirà non soltanto ad ampliare la platea dei soci e frequentatori del sodalizio, seguendo le orme del precedessore Antonio Nonino, ma anche a traghettare la SAF nel Terzo settore e a consolidare e avviare numerosi progetti culturali con il sostegno della Regione, fino all’avvio delle celebrazioni per il 150º anniversario della fondazione, nel 2024, anno in cui passa il testimone a Umberto Sello. Cioè l’attuale presidente, che di lui dice: «Enrico è stato un punto di riferimento per umanità e visione. Ha guidato la Saf con passione e con un forte senso di responsabilità, lasciando un’impronta profonda nella nostra storia comune. Ha affrontato la malattia con la stessa dignità e determinazione che lo hanno sempre contraddistinto, non ha mai nascosto la sua condizione, trasformandola in un messaggio di forza e consapevolezza. Anche in questo ci ha insegnato molto».

«Mio padre era un uomo che sapeva far succedere le cose: dava sempre il mille per cento – ricorda la figlia Giulia, chirurga in Sudafrica –. Era bravo in tutto: alpinista, marinaio, padre, c’era sempre. Sono contenta perché un mese fa sono riuscita a tornare a Udine per fargli conoscere la nostra figlia adottiva Mbali, di due anni, la sorellina di Olivia, di quattro. Era anche un nonno meraviglioso». «Voglio ricordare la sua ironia – dice la moglie Chica – nonostante la grande sofferenza, ha scherzato fino all’ultimo, se n’è andato strappandoci una risata”.

Enrico lascia, oltre alla moglie Chica e ai figli Giulia e Filippo, le nipoti Olivia e Mbali e i fratelli Carlo, Anna Cristina, Lanfranco ed Elisabetta.

E’ stato per noi un grande Presidente, ma prima di ciò è stato un Amico, di quelli come pochi, di quelli che ci sono sempre, per tutto, senza doverlo chiedere.

Ciao Enrico, sarai sempre con noi!