Delle fortificazioni permanenti edificate in Friuli dal Regio Esercito Italiano nel Primo anteguerra, il Forte Monte Festa fu quella che più a lungo riuscì a resistere agli attacchi e al successivo assedio austro-tedesco (30 ottobre – notte sul 7 novembre 1917), durante l’avanzata seguita allo sfondamento di Caporetto.
Oltre ad essere stato teatro delle vicende eroiche e drammatiche legate al presidio comandato dal Capitano Riccardo Noel Winderling, l’opera di Monte Festa si caratterizzava per armamento doppio rispetto allo standard dei forti Modello Rocchi, per posizione di rilevanza strategica e per peculiare valenza tattica.
Grazie al fatto di essere stato mantenuto intatto (cosa che non avvenne per diversi edifici simili), nel novembre del 1917 riuscì a boccare parte dell’invasione austro-germanica. Oggi, rappresenta un’architettura militare di grande valore e un luogo carico d’indiscusso fascino.
In una giornata di inizio primavera, baciata dal sole e brillante per l’ultima neve ancora in quota, l’escursione ha portato i ragazzi a toccare con mano una realtà decisamente nuova e fonte di importanti riflessioni. Tra gli accompagnatori c’era anche Marco Pascoli, autore di numerosi volumi dedicati alla Prima Guerra Mondiale tra i quali ricordiamo ‘La battaglia del Gemonese’ (Gaspari editore).
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